(English version below) Se nel 2013, anno in cui ho aperto il blog e fotografavo le semplici ricette che preparavo con la fotocamera di un cellulare, una maga, guardando dentro una palla o leggendo le righe sulle mie mani, mi avesse rivelato che un giorno avrei cucinato e fotografato per lavoro, avrei riso rumorosamente e chiesto se per caso, nel mio futuro, vedesse anche una fuga d’amore con Eddie Vedder…
E invece…
E’ indubbiamente una fortuna enorme lavorare della propria passione ogni giorno, svegliarsi la mattina, fare colazione pianificando gli impegni, poi iniziare a lavorare al calduccio (o davanti al ventilatore, certo, dipende dalle stagioni) , tra la quiete delle mura domestiche, ascoltando la musica che si preferisce, lasciarsi ispirare e caricarsi di energie. E lasciarsi ispirare è qualcosa di profondamente bello. Ma “non c’è rosa senza spine” e, tanto per restare in tema di proverbi, c’è pure “l’altro lato della medaglia”. La libertà, che si dà un po’ per scontato nei lavori creativi, viene brutalmente meno quando un cliente (azienda, rivista, sito) ti chiede le cose nel modo in cui LE VEDE LUI e certe volte la differenza di visioni diviene una grande ostacolo per te, che devi pensare con una testa che non è tua e provare a realizzare quello che proprio non ti piace o che addirittura reputi orrendo, senza mezzi termini. Sogni una scena da film in cui pronunci una frase ad effetto come “Io non mi piego a questo, dovrete fare a meno di me”, con primo piano con sfondo poeticamente sfocato, segue inquadratura in cui ti volti e chiudi dietro di te una porta, con “Anarchy in the Uk “ che suona in sottofondo magari. Ma hai firmato un contratto e devi farlo, non esiste scena di film possibile, né un modo per uscirne senza frustrazione.
Una consegna anticipata, una richiesta urgente a cui non puoi dire di no, un imprevisto ed ecco che la settimana che avevi previsto come tranquilla, si trasforma nella peggiore: anche il week end libero diventa un giorno lavorativo come qualunque altro. E se hai l’influenza, mal di testa, mal di denti, mal di tutto? Se hai una consegna tra pochi giorni e sei in ritardo con la tabella di marcia, devi comunque lavorare, magari avvolto da una coperta di pile e imbottito di antidolorifici.
Quando si cucina e si fotografa ogni giorno per lavoro diventa difficile tenere alta l’ispirazione nei (pochi, ultimamente pochissimi) giorni liberi e usare le energie per creare qualcosa di carino. Qualcosa di originale, che ti rassomigli. Cosa preparo ora? Ho cucinato tutto? Perché lo faccio? A chi interessa? Seguono insensati dubbi esistenziali: Chi sono? Perché?
Il cervello inizia ad andare in loop e il demone oscuro della mancanza di ispirazione incombe beffardo, aumentando le paure e le insoddisfazioni. A quel punto diventa essenziale fare due cose: fermarmi e semplificare.
Per me è importante tracciare una bella linea di demarcazione tra quello che è il mio lavoro, cucinare e fotografare per altri, che spesso è stimolante e divertente, ma alle volte avvilente e frustrante e quella che è la mia passione, cucinare e fotografare per me. Se non mi sento per niente ispirata, allora passo, mi fermo, provo a far ricaricare le energie e a far maturare con lentezza la voglia di fare, fino a quando esploderà da sola. Possono volerci giorni, ma anche settimane. Altre volte provo a far qualcosa, cercando di mettere ordine ai quesiti che mi passano per la testa.
Rispondo ad alcune domande, le altre le lascio in sospeso, fluttuanti, dove sono sempre state, è quello il loro posto. Cosa preparo? Una cosa semplice, che mangio spesso.
Perché? Perché qualcuno, forse, sarà interessato a una ricetta semplice, da mangiare spesso a colazione, facile da preparare, senza troppe pretese. Perché voglio farlo, ho voglia di farlo, per me. Provo a fare il mio meglio con la fotografia, consapevole del fatto che ci saranno sempre alti e bassi, che non si può evitare quella naturale marea che caratterizza qualsiasi espressione creativa.
La mia giornata inizia spesso con una fetta di questa crostata, senza uova, senza burro, ma buonissima, apprezzata da tutti in casa, finisce più rapidamente degli altri dolci, forse perché mangiandola si è più leggeri dai sensi di colpa e si cede molto più facilmente alla seconda fetta.
Nelle foto la vedete in due varianti: con mele e pere e con sole mele. Voi potete realizzarla con la frutta che più vi piace, anzi, ricordatevi di questa semplice ricetta anche in estate, quando sarà periodo di pesche succose e di ansia generalizzata da prova costume.
La ricetta, con poche, pochissime rivisitazioni, viene dalla magnifica Enrica di Chiarapassion
Crostata di mele (e/o pere) al farro
(Per uno stampo da 22 cm)
250 g di farina di farro
80 g di zucchero di canna
60 g di olio di semi di mais
100 g di acqua
2 limoni, la scorza bio
Ripieno
250 g di mele (o pere, o metà pere e metà mele)
200 g di composta di frutta o confettura di albicocche
1 limone, il succo
Preriscalda il forno a 180°. Poni in una ciotola capiente la farina assieme alla scorza dei limoni. Aggiungi lo zucchero, poi versa nel centro l’olio e l’acqua, mescola con un cucchiaio fibno a ottenere un composto liscio e omogeneo.
Spennella di olio uno stampo per crostata a cerniera da circa 22 cm di diametro, poi cospargilo di farina. Distribuisci l’impasto nello stampo in maniera uniforme. Riponi in frigo e nel frattempo prepara il ripieno. Lava le mele e asciugale, tagliale a fette sottili, poi cospargile con il succo di limone. Riprendi la crostata dal frigorifero, riempila con la composta di frutta o la confettura, lasciandone però da parte un paio di cucchiaini.
Copri lo strato di confettura con le mele disposta a raggiera. Spennella le mele in superficie con la confettura restante. Inforna per 45 minuti o fino a quando i bordi saranno ben dorati. Lascia raffreddare ed estrai la crostata dallo stampo.
Servi fredda.
Apple crostata with spelt
(For a 22 cm mold)
250 g of spelled flour
80 g of brown sugar
60 g of corn seed oil
100 g of water
2 lemons, the organic rind
250 g of apples or pears (or half and half)
200 g of fruit compote or apricot jam
1 lemon, the juice
Preheat the oven to 180 degrees. Mix together, with a spoon, the flour, the brown sugar, the lemon zest, the oil and the water until just combined and you have a ball of dough. Roll the dought with your hands directly inside a 23 cm cake tin, previously greased and floured.
Place in the fridge and in the meantime prepare the filling. Wash the apples andcut them into thin slices, then sprinkle them with lemon juice. Pick up the tart from the refrigerator, fill it with fruit compote or jam, leaving aside a couple of teaspoons.
Cover the layer of jam with the apples arranged in a radial pattern. Brush the apples on the surface with the remaining jam. Bake for 45 minutes or until the edges are golden brown. Leave to cool and remove the tart from the mold.
Serve cold.
Alessia dice
Le foto sono sempre poesia… E questa crostata sarà buonissima. Che bello leggerti poi così vera e leggera! Aspetto di conoscerti dal vivo un giorno. P. S. Viva Eddie Vedder! 😁
Baci
Ale
fotogrammidizucchero dice
Alessia cara, grazie di cuore! Ahah, sì, viva Eddie!
tizi dice
immagino che conciliare la propria passione con il lavoro non sia sempre facile. di sicuro tu meriti di esserci riuscita, e posso dire con altrettanta certezza che non hai perso l’ispirazione nè la magia del cucinare e del fotografare! questa torta è meravigliosa e le foto pazzesche! bravissima davvero, ti faccio i complimenti di tutto cuore!!
Ilaria (Campi di fragole per sempre) dice
Tanta bellezza tutta qui…nelle tue splendide foto e in questa torta che profuma di semplici cose buonissime.
Ti leggo e comprendo ogni tuo singolo verso, ogni tua singola parola…ma tu già sai…
Un bacio Amica mia.
Franca Savà dice
Complimenti per tutto!
Barbara dice
L’HO FATTA, è BUONISSIMA! gRAZIE 🙂
fotogrammidizucchero dice
Ciao Barbara, mi fa troppo piacere, grazie a te per avermelo fatto sapere 🙂 Buona giornata :)))))