Ho una lista infinita di “cose da fare assolutamente” che sta cambiando nel corso degli anni. Tende a diventare sempre più lunga ma spesso subisce cancellazioni e depennamenti. E’ una lista confusa e disomogenea, come quella di tutti i sognatori seriali come me. Comprende una serie di “voglio”, tanti “devo”, parecchi “mi piacerebbe” accompagnati da minore o maggiore convinzione, da un sorriso incredulo o da una speranza piagnucolante. Si spazia dai desideri improbabili e futili, che si lasciano lì nel mucchio per dare colore e portare un po’ di leggerezza, a quelli seri, quelli in grassetto, con la giacca e la cravatta. Ci sono tanti luoghi da visitare, persone da rivedere, cose da imparare, da fare o da correggere. Conoscere tutta la discografia di Battiato e capirla, vedere Lisbona, provare a riandare sui pattini e imparare una volta per tutte a frenare, andare a correre la mattina e farlo con piacere, non come se andassi incontro al patibolo. Riprendere a suonare la chitarra (e diventare, se possibile, una Jack White al femminile), non mangiare la carne, spaccare il muso a due o tre persone. Imparare a dire dire “Astanblanfemininkutan melingheli stik e stuk Malingut!” Leggere tutto Benni, leggere tutto Murakami, dimagrire i due kg presi quest’anno, girare per le strade di Tokyo come la Charlotte di Lost in traslation, parlare bene l’inglese per poter guardare i film in lingua originale o andare all’estero e farsi chiedere “Di dove sei?” invece del solito “Italiana, vero?” Leggere “Anna Karenina“, tutto, senza confondersi con i vari “onskij” “enki” “inskij” “ovna” dei nomi. Vedere un concerto di Bjork, migliorare in fotografia, saper usare anche un flash o una luce artificiale, emozionare con un ritratto, comprare un obiettivo migliore, far sì che siano soldi ben spesi. Fare un pic nic sul lago, riuscire ad indossare un vestito di colore bianco, vivere più alla giornata, fare un bagno di mezzanotte, uscire di casa con un cappello di paglia, dire no più spesso, dire sì più spesso.
In questo mare confuso di desideri c’è una piccola appendice che riguarda le ricette da realizzare prima o poi, quelle complicate che mi spaventano e attirano da sempre, tipo la pasta fillo o il panettone, quelle viste su riviste e libri, quelle inventate e appuntate nella mente, quelle assaggiate nei ristoranti o viste nei film, quelle che vuoi provare anche solo per dire che hai mangiato “Pain perdu”…che poi era anche delizioso…
BAKED FRENCH TOAST, IL PAIN PERDU AL FORNO
Ingredienti per 6 persone
8 fette di pane in cassetta
6 uova
160 g di zucchero semolato
250 ml di latte
125 ml di panna
una stecca di vaniglia
30 g di mirtilli (più altri per servire
30 g di lamponi (più altri per servire)
30 g di ribes (più altro per servire)
burro per ungere la teglia
zucchero a velo per cospargere
yogurt e sciroppo d’acero per servire
Imburra una teglia e rivestila con fette di pane in casetta. Incidi la stecca di vaniglia e versa i semi e la stecca stessa in una ciotola con il latte e la panna. Lascia in infusione per circa 30 minuti, poi elimina la stecca e filtra tutto. Sbatti le uova con lo zucchero, aggiungi a filo, sempre mescolando, la panna e il latte. Versa il composto di uova, latte e panna sulle fette di pane, versalo un po’ per volta facendo in modo che tutte le fette assorbano il liquido uniformemente, lascia quindi riposare il composto per qualche ora in un luogo fresco. Accendi il forno a 190°, cospargi il french toast con frutti di bosco, compatta con le mani in modo che penetrino un po’ all’interno del pane. Poni in forno ben caldo per circa 20-25 minuti, fino a quando sarà ben gonfio e dorato. Servi tiepido.
Alessandra dice
Oh, An, che meraviglia… io vorrei passare i prossimi due giorni in questo stato di immobilità pensando perchè lo chiamano pain perdu invece che pain retrouvé…
E, sì, devi assolutamente vedere Lisbona!
Un grande abbraccio! :-*
fotogrammidizucchero dice
Ahah d’ora in poi io lo chiamerò pain retrouvé 🙂 Un abbraccio a te e rimettiti presto 🙂
Barbara -impasto di emozioni dice
Che bellezza. Nella descrizione mi ci sono trovata molto, da buona confusionaria e sognatrice. La ricetta deliziosa davvero. Complimenti
Antonella dice
Ciao Barbara, grazie mille 🙂 Spero di leggere presto anche la tua lista allora :=)
Tritabiscotti dice
Ok, cara se tu devi migliorare di fotografia io mi ritiro.. Diciamocelo.. Queste foto sanno di domenica con la colazione a letto, tra chiacchiere e un sorso di caffè..
Questa ricetta è strepitosa.. Ti sistema la giornata sono a preguastarne la dolcezza… Domenica saprò che fare! 😉
Un abbracciotto
fotogrammidizucchero dice
Ma grazie, sei carinissima 🙂 La verità è che non siamo mai soddisfatte di noi stesse ;=) Grazie ancora tantissimo 🙂
Ilaria Guidi (Campi di Fragole per Sempre) dice
E’ bellissimo leggerti!! hahahah si si anche io adoro Battiato ma confesso di non aver compreso fino in fondo il senso di ogni suo singolo brano! hahahah 🙂
Questo Pain Perdu al forno deve essere buonissimo!!! 🙂
Che dire su queste foto che sono delle opere d’arte?! Sono stupende An…sono senza parole…ho gli occhi a cuoricino già da una buona mezz’ora…sei bravissima…
Un bacio grande 🙂
fotogrammidizucchero dice
Ahahah per ora non c’abbiamo tempo per capire Battiato, ci dobbiamo accontentare di piccole strofe e frammenti 🙂
Grazie Ila :*
Tatiana dice
Il pain perdu al forno può rientrare nella mia wish list, al pari di alcune voci del tuo elenco, anche se ho letto Murakami, se ad Amsterdam mi sono sentita chiedere “Da dove vieni?” e se sono risalita sui pattini, però anche il mio elenco è lungo, molto lungo… posti da vedere e da scoprire, lingue straniere da rispolverare, tantissimi chili da perdere per la strada e… perché no? Prendere in mano una ricetta come la tua, che mi riporta la memoria alle profumatissime Schnitte che da piccina mi preparava la mia mamma, perché quassù noi siamo austroungarici e le chiamiamo così, ma alla fine la sostanza non cambia: il tuo pain perdu è più chic e sicuramente più leggero di quello della mia infanzia e le foto lo tinteggiano quasi fosse un soggetto di Rembrandt… un olio su tela da fare invidia alle migliori pinacoteche… splendide!
Un caro saluto 🙂
fotogrammidizucchero dice
Tatiana ti ringrazio tantissimo, mi hai regalato un grosso sorriso. Beh sarei curiosissima di leggere la tua lista allora, visto che abbiamo parecchie cose in comune 🙂 Un caro saluto a te e grazie di cuore :*
Francesca P. dice
… se ti dicessi che ho abbozzato per metà un post che ha come tema le liste?! Lo stupore di venire qui e trovare queste parole e il pain perdu che adoro è stato un ottimo buongiorno che saluta il weekend! Certo, se avessi avuto anche una colazione così ad accogliermi… nella lista delle cosechedisegnanounsorriso c’è tutto questo e quando dico tutto intendo tutto… ogni singolo fotogrammo (di zucchero ma non solo!) e ogni singola sensazione bella che mi hai trasmesso!
ps: oh, parlo di quanto voglio andare a Lisbona un giorno sì e l’altro pure, se servisse una compagna di viaggio… vestito bianco e cappello di paglia te li presto io, in valigia metto pure il dvd di “Lost in traslation” però i cd di Battiato li lascio qui, ahaha!
fotogrammidizucchero dice
Non vedo l’ora di leggerlo quel post, vedi di concluderlo 🙂 Ah sarebbe bellissimo vedere Lisbona con te, ahhah, dai porteremmo Guccini o De André in viaggio, niente Battiato, cosa ne dici?
Eleonora Gambon dice
Pensa, vivo in Francia da due anni e ancora non ho assaggiato sto benedetto pain perdu! Mi rubo quindi una tua fetta 😉
fotogrammidizucchero dice
Che bello, non sapevo vivessi in Francia 🙂
Ro dice
E poi all’improvviso entra la luce! Ce l’hai presente?
Ecco, vedi quelle immagini così fascinose e coccolose… la convivialità, la condivisione della colazione, le mani che si intrecciano e vien fuori che quelle foto sono l’espressione di un “vorrei anch’io…”. Poi scorro la pagina con in mente tanti desideri che la An vuole depennare (dopo averli esauditi) e penso al vestito bianco, al flash, una corsa mattutina ed un ritratto di vita… e poi… la meraviglia della coccola della notte appena passata, lascia spazio ad un piccolo concerto di confortante luce del giorno. Le foto si vestono di quotidianità, di vissuto e di verità. Almeno quella che desidereremmo depennare noi tutte dalla lista delle cose da fare assolutamente!
Ok, mi manca giusto acciambellarmi sul tappeto ed ascoltarti “new Jack White” ed il quadretto è completo!
Ti accorgi che un po’ blatero e vado avanti da sola senza pubblico?
No, perché io a volte son costretta ad ascoltarmi e quasi una testata me la darei!
Tu no perché sei dolcissima e questo post semiserio mi ha immediatamente fatto venire alla mente che l’ironia a volte a meglio lasciarla a casa! :*
Marta e Mimma dice
da dove inizio?? Ho ammirato silenziosamente queste foto su Facebook, ma non potevo più trattenermi: sono troppo belle! E qui scatta subito altra domanda: migliorare in fotografia?? è mai possibile che tu possa diventare più brava di così?? conosco bene la sensazione ma…oh, Antonella! tu sei così brava!!
nella mia lista dei “to do” il desiderio di conoscerti occupa i primi posti…pensi che potremmo riuscirci?:-)
Marta
fotogrammidizucchero dice
Ahah Marta, senti chi parla 🙂 Lo sai che siamo due spiriti affini e non siamo mai soddisfatte di noi stesse 🙂 E poi ce n’è, ce n’è da migliorare 😉
Ah ma ci sei pure tu nella mia lista alla voce “belle persone da abbracciare” 🙂 E sì, credo che ci riusciremo 🙂
edvige dice
Mi associo a quello che ha scritto Tatiana concittadina e amica ha menzionato la Schnitte , si quella della sua e della mia infanzia prima di lei (sono + vecchia) che per salvare una cena un pezzo di pane che dire raffermo è un eufemismo ma bagnato ecc. diventava ancora mangiabile. Nulla a che vedere con questo tuo.
Buona settimana.
fotogrammidizucchero dice
Ciao Edvige, eppure lo voglio assaggiare questo Schnitte, sono sicura che, da amante della cucina povera e rustica, lo troverei buonissimo 🙂 Mi spiace rispondere con questo ritardo, un caro saluto 🙂