Abruzzo significava vacanze. Si partiva col camper di venerdì sera e si andava da quella che noi, in famiglia, chiamavamo“la signora”,alle foci di Opi, un incantevole borgo medioevale in provincia dell’Aquila. In quel campeggio pieno di quelli che io pensavo fossero barboncini giganti e che invece erano pastori abruzzesi che si lasciavano torturare con uno impassibilità zen, c’era una sorgente
in cui tirare i sassolini, prati e prati in cui correre, gatti da accarezzare e inseguire, aria buona da farci scorpacciate. Mangiavamo chitarre al ragù, timballo, arrosticini accompagnati da pane scaldato con sopra l’olio buono buono e il sale. Quando nevicava poi si iniziava sempre qualche battaglia di palle di neve… eppure il mio amore per questa terra subiva un disastroso tracollo le volte in cui mi portavano a sciare nei pressi di Forca d’acero, nella pista di Macchiarvana. Odiavo lo sci da fondo, odiavo sudare, odiavo dovermi bardare come un eschimese daltonico: calzamaglia e calzini di lana, canotta di cotone, maglia di lana a quadri, maglione di lana a tinta unita con renna o orso (a seconda delle occasioni) , salopette sempre fluorescente, cappello di lana multi color, sciarpa con i pompon, guanti da pugile in pile, cuffie di lana ed infine i doposci ai piedi che io, con inspiegabile zoomorfismo, chiamavo “toposci” . Forse c’è stata anche un mantello di pelle di Mammut, ma la mia memoria ha deciso di rimuovere questo spiacevole dettaglio. Una volta conciato da mongolfiera non solo dovevi provare a respirare, non solo ti dovevi muovere, dovevi persino sciare. Se ti scappava la pipì eri fregato. Arrivati alle piste iniziavo subito la mia tiritera: “Quanto restiamo ancora? Andiamo via? Dove dobbiamo arrivare? Facciamo una pausa? “Perché l’unica magra consolazione era il thermos di cioccolata calda che si portava dietro mia madre. Passate le ore da incubo dello sci da fondo tornava il piacere: adoravo Villetta Barrea col suo lago tranquillo, ero letteralmente innamorata della Camosciara, nel cuore del parco nazionale d’Abruzzo, chiedevo sempre di essere portata alle cascate e non volevo andare via, speravo sempre che spuntasse un camoscio o un folletto. Pescasseroli era incantevole sommersa dalla neve, mi piaceva passeggiare tra le lucette di Natale e sbirciare dietro le tende ricamate ad uncinetto delle finestre , entrare nei negozietti, mangiare il torrone tenero al cioccolato. A Civitella Alfedena scoprii che i lupi non erano quegli esseri malefici con gli occhi grandi e i denti lunghi che mangiano le nonne, si infilano nel letto e ti aspettano pronti, con coltello e forchetta.
con il sapore deciso del pecorino abruzzese, la ricotta lo ammorbidisce,
l’arancia gli conferisce un tocco di amaro e leggermente acidulo, le noci aggiungono quell’aroma e quel tocco di croccantezza che vi faranno fare il bis, se non
il tris. Preparate un secondo leggero…
Ti dico solo una cosa perché il resto tu lo sai già.. grazie per aver partecipato con questa ricetta <3
<3
resto sempre affascinata da ciò che prepari con tanto amore..queste fotografie poi sono spettacolari!
bravissima!
Grazie Barbara *_*
La bellezza! Quanta cura e quanto amore traspare da queste immagini. Hai fatto un vero capolavoro! E voglio averti come guida in Abruzzo! Ti abbraccio!
La Bellezza! Quanta cura e quanto amore traspaiono dalle tue immagini: hai fatto un capolavoro tra ricetta e testo! E ti voglio come guida in Abruzzo! Ti abbraccio!
Grazie Ale :)))) ahhah forse conosco meglio i posti di cui ho parlato della città in cui sono nata ;D Grazie ancora <3
Repetita iuvant! 😉
^_^
Super!!
Grazie Silvia 🙂
che ricetta e che racconto strepitoso…complimenti cara! sei stata bravissima, adoro questo ravioli!
Grazie mille Ale ^_^
Brava, mi piacciono un sacco!
Grazie Monique, sono contenta 🙂
Foto fantastiche! Sei sempre piu' brava! Luca
Un complimento enorme fatto da te, grazie mille Luca! 🙂
Questa ricetta è davvero meravigliosa…mi piacciono tantissimi questi sapori che si contrastano tra loro e si sposano benissimo…che brava che sei…davvero un mix superbo…le foto sono stupende…sei bravissima nella composizione…mi piace tanto tutto quello che fai 🙂 hu sono innamorata di te! 😉 lo sapevi già però 😉
Sembriamo due innamoratine 🙂
ricetta bellissima, foto spettacolari! 😉
Grazie mille 🙂
Complimenti per questo Contest ho visto piatti particolarissimi davvero e il tuo fa parte dei migliori,te lo assicuro! credo che colori e sapori si fondono alla grande,complimenti….ormai sulle foto non commento più….sono sempre bellissimissimeeeeee!
Z&C
Che ottimo piatto, sai che dal titolo pensavo fossero dolci?
mi hai fatto proprio venir voglia di vedere l'Abbruzzo, regione che non conosco. Naturalmente senza sci e senza pelle di Mammut!
baci
ME-RA-VI-GLIO-SO!!! Sì, meraviglioso primo di pasta fresca, stupende le foto e nell'insieme mi hanno lasciato senza parole!!!
Ti ho letta come si leggono le fiabe, tutte di un fiato e sorridendo.. Bellissimi ricordi oltre che una fantastica ricetta!
SONO MERAVIGLIOSI, CHE PIATTO SPETTACOLARE!!!!!MI STUPISCI OGNI GIORNO DI PIU'!!!!!COMPLIMENTI CARA!!!!BACI SABRY
Io con questo piatto di sicuro il tris!
Sono molto legata all'Abruzzo in particolare alla provincia dell'Aquila, leggendoti mi ha fatto ricordare molte cose piacevoli.
Acquisti punti post dopo post… ora so che sai fare anche dei ravioli buonissimi, bellissimi e originali, come io ancora mi sogno… ma ci sono vicina, eh! Manca poco al debutto, le feste sono dietro l'angolo, ho appena fatto un corso e ho una voglia pazzesca di fare mille ripieni! 🙂
Le foto diventano sempre più tue, brava Anto… penso abbia trovato una strada, quella giusta!
nn potevo nn passare anche qui…. per gustarmi al meglio queste bellissime foto e annotarmi la ricetta.
Bravissima
ciao da Claudette
Anto, te l'ho detto già ieri, sei una donna speciale. Se c'è una cosa che amo di Dicembre, oltre al mio compleanno, è il Natale e l'atmosfera (mangereccia e non) che porta con sé. Si passi sopra alla canottiera che quai se non metto, al "copriti che fa freddo" (che significa uscire con tre maglioni e due cappotti), per me non c'è periodo dell'anno più magico. Ed io, io vengo volentieri al tuo pranzo di Natale <3
che buoni devono essere…e che foto….come sempre sai stupirci mia cara!
Buon fine settimana
Meravigliosi. Amo la pasta ripiena e questa ricetta è davvero stupenda, soprattutto quel burro all'arancia profumatissimo.
Io odio lo sci da fondo, e abitando in montagna è una cosa da dire sottovoce.
Amo le discese ripide e gli impianti di risalita, mi piace lanciarmi in sentieri di neve fresca oppure tra i pali di un allenamento delle scuole di sci della zona. Ma non parlatemi di sci da fondo, noiosi e sempre uguali. Mai 😉
il pianto di innocenti mammut… questo burro profumato… l'atmosfera magica.. qui c'è tutto e, come sempre, resto estasiata-
Non ci sono parole cara Antonella.. un post e una ricetta incredibilmente forti, che arrivano dritti al cuore. complimenti
che bontà li proverò presto 😉
ciao Maria
Vittoria meritatissima!! Un piatto spettacolare <3
Bravissima My little lullaby…bravissima <3
Stupendi e meravigliosi
Com’era quella “faccenda” che il Natale quando arriva arriva?!:))
No, perchè mi è scattata un’improvvisa voglia di Natale, dei suoi profumi, dell’abbraccio dei suoi sapori….questi.
Senza tempo, nè calendario.
Davvero ben fatto.
Conquistata, totalmente!