La farina “che si accoglie”
Aprivo gli occhi, mi
alzavo di fretta dal letto, mi infilavo addosso la prima cosa che
trovavo e in ciabatte scendevo di corsa. Prima di aprire la porta un
profumo intenso mi abbracciava, erano già tutte lì, con i grembiuli
infarinati e le mani in pasta. A quel punto mi arrabbiavo, era già
troppo tardi: “Mamma perché non mi hai svegliata? Dovevo
impastarle io questa volta!!” ma una ciambellina olio e vino mi
metteva a tacere. Mi sedevo e ormai sedotta ne mangiavo
almeno altre tre. Ciambelloni gonfi e tronfi si mettevano in mostra
sul davanzale della finestra come maschioni muscolosi sulla spiaggia,
una ciotola gigante piena di grano profumato, scorze d’arancia
candite e latte, aspettava di tuffarsi tutta accaldata negli scrigni
freschi di pasta frolla. Mia nonna stendeva strisce di pasta, mia zia
controllava il forno, l’altra zia aggiornava tutte delle ultime news
del vicinato mentre lavava i piatti, un’altra elargiva consigli e
si lamentava dei reumatismi, mia madre impastava. Una perfetta
catena di montaggio ciociara. Anche quest’anno le cimbelle olio e
vino (quelle che più di tutto piacevano a me) giacevano tutte belle
abbronzate sui vassoi dopo essere uscite dal forno a legna, erano già
belle che pronte e facevano l’ invidia di ciambelloni, pastiere, pigne e ciambelle sciroppate (quelle che più di tutto piacevano a
mia sorella). Era fatta, adios, al prossimo tentativo, quello del
prossimo anno… Le ciambelle olio e vino, preparate in Ciociaria
quasi sempre solo una volta all’anno, soprattutto prima di Pasqua,
sono fatte quasi per durare per sempre. Se ne fanno chili e chili,
le mangi da sole, a colazione nel latte, dopo pranzo nel caffè, a
merenda col tè, a cena col vino, prima di andare a dormire nella
camomilla, ne regali sacchetti e sacchetti, te le porti al cinema
come pop corn e comunque non ti stanchi mai di mangiarle.
alzavo di fretta dal letto, mi infilavo addosso la prima cosa che
trovavo e in ciabatte scendevo di corsa. Prima di aprire la porta un
profumo intenso mi abbracciava, erano già tutte lì, con i grembiuli
infarinati e le mani in pasta. A quel punto mi arrabbiavo, era già
troppo tardi: “Mamma perché non mi hai svegliata? Dovevo
impastarle io questa volta!!” ma una ciambellina olio e vino mi
metteva a tacere. Mi sedevo e ormai sedotta ne mangiavo
almeno altre tre. Ciambelloni gonfi e tronfi si mettevano in mostra
sul davanzale della finestra come maschioni muscolosi sulla spiaggia,
una ciotola gigante piena di grano profumato, scorze d’arancia
candite e latte, aspettava di tuffarsi tutta accaldata negli scrigni
freschi di pasta frolla. Mia nonna stendeva strisce di pasta, mia zia
controllava il forno, l’altra zia aggiornava tutte delle ultime news
del vicinato mentre lavava i piatti, un’altra elargiva consigli e
si lamentava dei reumatismi, mia madre impastava. Una perfetta
catena di montaggio ciociara. Anche quest’anno le cimbelle olio e
vino (quelle che più di tutto piacevano a me) giacevano tutte belle
abbronzate sui vassoi dopo essere uscite dal forno a legna, erano già
belle che pronte e facevano l’ invidia di ciambelloni, pastiere, pigne e ciambelle sciroppate (quelle che più di tutto piacevano a
mia sorella). Era fatta, adios, al prossimo tentativo, quello del
prossimo anno… Le ciambelle olio e vino, preparate in Ciociaria
quasi sempre solo una volta all’anno, soprattutto prima di Pasqua,
sono fatte quasi per durare per sempre. Se ne fanno chili e chili,
le mangi da sole, a colazione nel latte, dopo pranzo nel caffè, a
merenda col tè, a cena col vino, prima di andare a dormire nella
camomilla, ne regali sacchetti e sacchetti, te le porti al cinema
come pop corn e comunque non ti stanchi mai di mangiarle.
A distanza di anni e di
tentativi falliti di svegliarmi prima di lei e prepararle io da sola,
chiedo a mia madre: “Ok, è arrivato il momento, voglio la ricetta.” Penna in mano e quadernino delle ricette aperto.
tentativi falliti di svegliarmi prima di lei e prepararle io da sola,
chiedo a mia madre: “Ok, è arrivato il momento, voglio la ricetta.” Penna in mano e quadernino delle ricette aperto.
Ma provate voi a chiedere
una ricetta ad una donna ciociara…
una ricetta ad una donna ciociara…
– Allora ci vogliono tre
chili di zucchero-
chili di zucchero-
– Mamma, ma 3 chili di
zucchero???Devo fare la ricetta per il blog, non per tutto il
parentato, dubito che ci siano persone disposte ad impastare per 3
giorni di seguito o dotate di mani giganti per domare un gigantesco
Blob di pasta –
zucchero???Devo fare la ricetta per il blog, non per tutto il
parentato, dubito che ci siano persone disposte ad impastare per 3
giorni di seguito o dotate di mani giganti per domare un gigantesco
Blob di pasta –
– Cosa c’entrano le mani
grandi ora, chi è Blob?-
grandi ora, chi è Blob?-
– Mamma lascia stare,
per tre chili di zucchero quante farina ci vuole?-
per tre chili di zucchero quante farina ci vuole?-
– Eh la farina che si
accoglie, 8-9-10 kg!-
accoglie, 8-9-10 kg!-
– Mamma ma sono le dosi per tutta la popolazione italiana questa?-
– Allora tu fai 1 kg di
zucchero… poi ci vuole 1 litro di vino bianco…anzi metti un po’ di
vino bianco e un po’ di Vermouth, che ci sta bene!-
zucchero… poi ci vuole 1 litro di vino bianco…anzi metti un po’ di
vino bianco e un po’ di Vermouth, che ci sta bene!-
– Mmmm ok… Blob
comunque era un mostro alieno –
comunque era un mostro alieno –
– Un mostro? Io non ho
tempo da perdere su, 1 kg di zucchero, ½ litro di vino bianco e ½
di Vermouth, quattro bei bicchierotti di olio-
tempo da perdere su, 1 kg di zucchero, ½ litro di vino bianco e ½
di Vermouth, quattro bei bicchierotti di olio-
– Mamma io non posso
scrivere “bicchierotti”!!-
scrivere “bicchierotti”!!-
– Fai tipo 4 belle
tazzotte allora!!-
tazzotte allora!!-
– Mamma ho bisogno del
peso esatto, in ml!!!-
peso esatto, in ml!!!-
Ormai è spazientita:
-Ah bella mia, ma io
che ne so, ho sempre fatto così e così si fanno!!-
che ne so, ho sempre fatto così e così si fanno!!-
Silenzio. Ricomincia:
– Poi ci metti un paio
di limoni grattugiati, 2 bustine di vanillina, una bella manacchiata
(manciata) di anice e la dose-
di limoni grattugiati, 2 bustine di vanillina, una bella manacchiata
(manciata) di anice e la dose-
– Mamma, come la dose??? Cos’è la dose??”
– Eh la dose! La trovi
su da Anna, la compri là-
su da Anna, la compri là-
Rendendomi conto di non potervi mandare tutti alla botteguccia di Anna a prendere “la dose”, chiedo:
– Non si trova al
supermercato?!-
supermercato?!-
– No!!Devi andare da
Anna ti dico, gliela chiedi e te la dà lei!-
Anna ti dico, gliela chiedi e te la dà lei!-
– Ma è legale mamma?-
Non mi sta più ascoltando, continua:
-Oppure se non hai
voglia di andare da Anna puoi mettere il bicarbonato, che va anche
bene, ti vengono più croccanti, come quelle di Iolanda –
voglia di andare da Anna puoi mettere il bicarbonato, che va anche
bene, ti vengono più croccanti, come quelle di Iolanda –
– Mamma posso scegliere
tra questa ‘dose’ e il bicarbonato quindi? Quale ti sballa di
più? –
tra questa ‘dose’ e il bicarbonato quindi? Quale ti sballa di
più? –
Lei fa per andarsene, io
insisto:
insisto:
– Dai!! Non mi hai detto
quanta farina!-
quanta farina!-
– Quella che si
accoglie, tu metti tutti gli ingredienti dentro, zucchero, vino e
tutto il resto e poi inizi ad impastare e la farina che accoglie ci
metti! –
accoglie, tu metti tutti gli ingredienti dentro, zucchero, vino e
tutto il resto e poi inizi ad impastare e la farina che accoglie ci
metti! –
Lo ammetto, alla fine ho
rinunciato, non potevo più che altro propinarvi una ricetta con
tazzotte, dosi e quantità aleatorie di farina che “si accoglie”
al resto degli ingredienti.
rinunciato, non potevo più che altro propinarvi una ricetta con
tazzotte, dosi e quantità aleatorie di farina che “si accoglie”
al resto degli ingredienti.
Poi mi sono ricordata: mia sorella! Anche mia sorella fa le ciambelle olio e vino! Mia sorella è
una ristoratrice, ha il pallino della pasticceria e per lei la
pasticceria è precisione, chimica, avrà calcolato il peso delle
tazzotte e la quantità di farina che “si accoglie”. Non
sbaglio, la sua ricetta, presa dalla famigerata ‘Iolanda Maddonna’,
le cui ciambelle sono le più buone del quartiere, è stata
tradotta: tazzotte e manacchiate sono state convertite in grammi.
una ristoratrice, ha il pallino della pasticceria e per lei la
pasticceria è precisione, chimica, avrà calcolato il peso delle
tazzotte e la quantità di farina che “si accoglie”. Non
sbaglio, la sua ricetta, presa dalla famigerata ‘Iolanda Maddonna’,
le cui ciambelle sono le più buone del quartiere, è stata
tradotta: tazzotte e manacchiate sono state convertite in grammi.
Un giorno, presa anche
lei dallo sconforto, si è recata a casa di ‘Iolanda Maddonna’ per compiere un gesto eroico: quantificare e tradurre una ricetta ciociara, quella di Iolanda per giunta, una vera celebrità: abile
cuoca che si vanta di cucinare una trippetta che non sa neppure di
trippetta, che alle 8 di mattina ha già impastato 20 uova di pasta
all’uovo, che giustifica le sue rotondità dicendo che sono le
“rabbiature” a farla “gonfiare”, non di certo il cibo. Dopo
aver ascoltato decine e decine di barzellette sconce, altra
particolarità per cui è famosa la grande ‘Iolanda Maddonna’, mia sorella è
riuscita a carpire che le ciambelle ciociare olio e vino si fanno così:
lei dallo sconforto, si è recata a casa di ‘Iolanda Maddonna’ per compiere un gesto eroico: quantificare e tradurre una ricetta ciociara, quella di Iolanda per giunta, una vera celebrità: abile
cuoca che si vanta di cucinare una trippetta che non sa neppure di
trippetta, che alle 8 di mattina ha già impastato 20 uova di pasta
all’uovo, che giustifica le sue rotondità dicendo che sono le
“rabbiature” a farla “gonfiare”, non di certo il cibo. Dopo
aver ascoltato decine e decine di barzellette sconce, altra
particolarità per cui è famosa la grande ‘Iolanda Maddonna’, mia sorella è
riuscita a carpire che le ciambelle ciociare olio e vino si fanno così:
Ciambelle olio e vino
ciociare
ciociare
(per circa 80 ciambelline)
1 kg di farina
250 g di olio d’oliva
250 g di vino o vermouth
(o 125 g di vino mescolato a 125 g di vermouth)
(o 125 g di vino mescolato a 125 g di vermouth)
380 g di zucchero
1 cucchiaio di sanbuca
½ cucchiaino di
bicarbonato
bicarbonato
la scorza di un limone
grattugiato
grattugiato
anice q. b (io circa 1
cucchiaio e mezzo)
cucchiaio e mezzo)
1 pizzico di sale.
Per la copertura:
zucchero semolato q.b
Procedimento:
Mescolate la farina con
il bicarbonato ed in seguito miscelatela con lo zucchero, i semi di
anice, la scroza grattugiata ed il pizzico di sale. Formate una fontana e ponete al centro
il vino, la sanbuca e l’olio. Impastate fino a creare un composto
liscio ed omogeneo e lasciate riposare per circa 40 minuti in un
posto fresco. Accendere il forno a 180°.Trascorso il tempo
previsto, dividere l’impasto in piccole porzioni come palline e
formare dei cordoncini ai quali dare una forma a ciambella unendoli.
Passate le ciambelline in un piatto pieno di zucchero, in modo da
coprire ambedue i lati. Ponetele ben distanziate su una teglia
antiaderente o rivestita di carta forno e cuocetele per circa 25′
minuti o fino a doratura.
il bicarbonato ed in seguito miscelatela con lo zucchero, i semi di
anice, la scroza grattugiata ed il pizzico di sale. Formate una fontana e ponete al centro
il vino, la sanbuca e l’olio. Impastate fino a creare un composto
liscio ed omogeneo e lasciate riposare per circa 40 minuti in un
posto fresco. Accendere il forno a 180°.Trascorso il tempo
previsto, dividere l’impasto in piccole porzioni come palline e
formare dei cordoncini ai quali dare una forma a ciambella unendoli.
Passate le ciambelline in un piatto pieno di zucchero, in modo da
coprire ambedue i lati. Ponetele ben distanziate su una teglia
antiaderente o rivestita di carta forno e cuocetele per circa 25′
minuti o fino a doratura.
Chiuse in sacchetti
trasparenti per imballaggi alimentari , si conservano per alcuni
mesi.
trasparenti per imballaggi alimentari , si conservano per alcuni
mesi.
Stefania Zecca dice
Non posso resistere, devo provarle è da tanto che mi girano in testa. Ho visto che non hai usato lievito di birra ma bicarbonato. Ti farò sapere, grazie An, sono bellissime!
serena dice
.. da noi si dice "chiddu ca pighghia pighghia" .. il 99% degli impasti di mia suocera sono fatti così!!! E l'impasto della pizza di mia mamma è lo stesso, uff!! Per la serie che se nessuno ha la pazienza di misurare e convertire si perdono le tradizioni di famiglia. Meno male che c'ha pensato tua sorella!! Volevo farle da tanto tempo, mi segno la ricetta e prima o poi le proverò! buon pomeriggio e a presto!!!
ricettedicultura dice
Ma la storia che sta dietro e intorno a questa ricetta è bellissima!! 😀
Ecco, io però mi voglio cimentare con tutta la farina che accoglie… 🙂 …che faccio mi arrischio? 😀
le Frufrù dice
Ricettina fantastica e racconto meraviglioso! Queste sono perfette da sgranocchiare ai pic nic, sul terrazzo quando si ha un certo languorino. Comunque mi hai fatto fare un salto nel passato e nei ricordi con la "dose". Pure mia mamma quando fa i ciaramiti ( dolce natalizio del Monte Amiata) va cercando il rosolio di menta in un negozietto… penso l'unico negozio che lo venda. E ogni tanto scappa fuori la dose… cosa ci sia dentro non è dato sapere! 🙂
Letizia Cicalese dice
Aahahahahahah sto ridendo, adoro questa conversazione con la tua mamma!
E adoro anche le ciambelline, capisco perchè le dosi sono quelle 😉
Elisa Di Rienzo dice
che ridere!! mi sembrava di sentire mia nonna e sue ricette con chili e chili di ingredienti!!!
devono essere buonissime!
salvate ricette da provare!
ciao!
Miu Mia dice
Stupendo, questo post! Sa di fresco! Sa di casa! Sa di vero! Mi sono divertita un sacco e ora voglio provare a sentire il sapore dei tuoi ricordi in queste ciambelline! ^_^
Simo dice
ah le mamme….
conosco queste ciambelline, le faccio anche io molto simili a queste e…le adoro!
Simona Roncaletti dice
Adoro come scrivi, con questo post mi hai risollevato la giornata!!!!!
Fantastiche queste ciambelline, le proverò sicuramente!!!!!!!:) un bacioneeeeeeee!!!!
Rossella dice
Che buone queste ciambelline, e che carina la storia che c'è dietro 🙂
Claudia Bonera dice
Devono essere di una bontà divina! Bellissime anche le fotografie
Buona serata
Claudia
http://www.lacucinadistagione.blogspot.it/
Vivre Shabby Chic dice
Le conosco bene queste ciambelle: sono buonissime! Complimenti per le splendide foto! Un caro saluto
Carla
consuelo tognetti dice
ahahah…oddio non la smetto + di ridere :-DDDDD
Avrei voluto essere una mosca x vedermi la scena in prima fila 😛
Siete troppo forti tu e tua mamma..cmq alla fine 6 riuscita nell'impresa e vedo che il risultato è strepitoso…darei qualunque cosa x poterle assaggiare e ora che ho la ricetta di Iolanda non posso che cedere in tentazione ^_*
6 fantastica <3<3<3<3<3
Daniela Tornato dice
Anto…non ci crederai ma mia mamma il blog lo chiama blob..come il programma di rai tre fatti conto.. voi lì avete Anna che ha " la dose" qui da me c'è Rina.. stò ridendo a crepa pelle.. a parte tutto.. grazie di aver condiviso questa ricetta è un pezzetto dei tuoi ricordi..mi prendo una ciambellina con vero piacere!! a presto Daniela
Le Sucre et Moi Fabrizia M. dice
A parte il gran ridere ( e quanto ne avremmo bisogno!), a parte la luce incantevole delle foto, a parte tu, che sei meravigliosa e accidenti a me che arrivo solo ora..sono rimasta colpita : dal "quanto ne accoglie"..trovo che sia una bellissima espressione per indicare l'amalgamarsi di ingredienti e credo che sia anche espressione intima della bellezza di un'animo e di un popolo..
Un abbraccio
Fabrizia
Silvia Brisigotti dice
Mi hai fatto morire dal ridere!!
Le adoro queste ciambelle!!
Un bacione!!
Chiarapassion dice
Che ti adoro già lo sai ma dopo questo racconto ancor più, perché ho scoperto altre cose di te <3 Una sorella ristoratrice, precisa che traduce la ricetta di Iolanda Madonna? E' una grande!
Ecco leggo il tuo racconto e lo sento tanto familiare, come te ho mamma e zie che prima di Pasqua si riuniscono per fare casatielli e pastiere, si cuoce tutto nel forno a legna e poi si regalano…sono usanze antiche che donano serenità e per me sono i momenti più belli delle feste, quelli che ogni anno aspetto con trepidazione. Quest'anno ho cercato di "tradurre" la ricetta dei casatielli dolci, una fatica assurda, e pure i dolci sono chimica ma loro fanno anche quelli ad occhio, sono maghette c'è poco da fare. Le tue ciambelline le adoro, le compro sempre quando vado a mangiare a Fumone, ma ora che hai messo la ricetta di famiglia infallibile la devo provare!
Grazie tesoro bello
Sara e Laura-PancettaBistrot dice
Fantastico questo racconto ciociaro…. Ci hai fatto rivivere l'atmosfera allegra, i ricordi di paese, le ricette delle zie: che bello:) chissà poi cos'era questa dose…le ciambelle per il blog sono uscite stupende !! Buonanotte, a presto!
Sara e Laura-PancettaBistrot dice
Fantastica, sembra una scena da romanzo a metà tra il satirico e la saga familiare dal sapore matriarcale tipo piccole donne! ci piace troppo questo scambio al profumo di ciambelle, ciambelle che tra l'altro sembrano superappetitose … di quelle che ti svegli la mattina col solo pensiero di addentarle!!! deliziose come le tue foto e l'atmosfera che hai creato! beso beso
giochidizucchero dice
Bellissimo il tuo post!! Tua mamma sembra un po' la mia…. hi hi hi!!! E la "dose" poi… troppo simpatica… comunque queste ciambelline mi hanno conquistata, piacerebbero tanto ala mia bimba. Ma si sente tanto il gusto del vino e del liquore? Bacio :**
Ale dice
fortissimo il tuo racconto…le ricette di famiglia son sempre a occhio e sempre riuscitissime…mai che riescanoa dirti il peso esatto! e va be'…cmq queste ciambelline sono strepitose e io te ne rubo almeno una decina, ne hai fatte 80….no? complimenti cara!
Simona Stentella dice
Ho riso a crepapelle perchè sembravano i discorsi tra me e mia mamma…..anche lei tutto a occhio e io col blocco e la penna in mano che tento di tradurle in grammi e millilitri!!!!! Ahahahahahahahah siamo proprio un'altra generazione! Di solito quando arrivo al punto di innervosirmi (non avendo una sorella a cui ricorrere) prendo gli ingredienti e le dico "facciamolo!!!!" e poi ogni cosa che aggiunge o ri-aggiunge è pesata al grammo e lì a innervosirsi è lei!!!!!
Queste ciambelline sembrano una favola…le faccio anche io che sono anche per noi una ricetta tradizionale….però voglio provare le tue "dosi" perchè mi sembrano più croccanti delle mie dall'aspetto della foto e mi fanno parecchio gola!
Un abbraccio!
Mila dice
Beh se ti consola non solo le donne ciaciare danno le ricette così….quando ti dicono "della farina ce ne vuole finchè non lo senti con le mani"…ma cos abisogna sentire????
Comunque bel risultato!!!
Buon week end
Giulia dice
Molto bello il tuo racconto! E comunque su queste cose mi sa che hanno ragione le mamme: in certi casi la cucina è soprattutto questione di sensibilità, occhio ed esperienza. Mi piace pensare che non sempre tutto si possa misurare al grammo e che le ricette della tradizione si tramandino più per via d'imitazione che attraverso dosi precise.
In ogni caso la ricetta che sei faticosamente riuscita a "carpire" sembra ottima e ricorda molto da vicino quella dei taralli al vino che fa spesso una mia amica napoletana.
Buon week end
Giulia
Paola dice
Uno dei post più belli che abbia mai letto! Sa tanto di casa, di profumi di una volta e sentire la conversazione con tua madre mi ha tenuta incollata allo schermo!Sai quanti dolci ho fatti da nonna in cucchiai o qb che aspettano una conversione in grammi per la gente normale? Ma è vero, una volta si cucina così ed era una gioia e un momento di condivisione. Grazie di cuore per averla condivisa :*
ileana conti dice
Tutto il mondo è paese An! La mia di Iolanda, mi aveva persino dato la ricetta sbagliata, giusto per dirmi che se non era venuta era perché non avevo saputo lavorarla 🙂
La tua è una bellissima famiglia, mi piacerebbe chiacchierare con tua mamma sull'accoglienza 🙂
Un bacione gigante.. Prima o poi a Roma ci vengo!
Francesca P. dice
Ecco la Anto scrittrice che mi piace e mi diverte tanto… 🙂
I ricordi familiari uniti ad ironia e aneddoti rendono le ricette ancora più speciali… e da laziale non posso che apprezzare le ciambelline che tante cene in osteria hanno chiuso in allegria (uh, una rima involontaria!) finendo ammollate in bicchierini a volte anche un po' scheggiati! A ripensarci, è da tanto che non mangio una ciambellina… sarebbe bello rifare la stessa scena: tu le prepari prima come tua mamma e io arrivo dopo svegliata dall'odorino… 🙂
Lucilla dice
Bellissima ricetta!!!
Complimenti per il blog, le foto e le ricette! ^.^
Ciao ciao!
P.S. se ti va di passare da me, sono qui http://coeurdepaindepices.blogspot.it/
paola dice
queste ciambelline sono sempre accettate e gradite, grazie carissima
Paola dice
Mi hai fatto morire dal ridere. E' una cosa che capita spesso anche a casa mia, nello specifico con mia nonna. Le chiedi dell'impasto per fare i biscotti x e lei mi risponde con un eh.. chi se lo ricorda.. fai farina, zucchero, ecc.. Insomma a stare a quantificare diventa un macello, considerando anche le perdite di memoria culinarie a cui mia nonna spesso va incontro 🙂 Menomale che ti è venuta in mente tua sorella, che altrimenti dovevo impazzire a cercare la dose da Anna 🙂 Bellissime le foto delle tue ciambelle al vino 🙂
Simona (Bianca vaniglia Rossa cannella) dice
Quanto mi hai fatto ridere An!!! 😀 Succede la medesima cosa con mia mamma… La sua torta di mele, che fra l'altro è uno dei pochi dolci che fa e ripetutamente, ha sempre quantità di ingredienti differenti, va ad occhio e le viene sempre buonissima… Non ti dico che fatica ho fatto per carnevale con le frittelle -.- e menomale che ormai il tiramisù lo facciamo seguendo la ricetta che mi sono segnata io 😉 Queste ciambelline saranno ottime.. e se non sbaglio senza burro e senza uova! 😉
La mia famiglia ai fornelli dice
ah ah..anche nelle ricette di mia mamma c'è scritto di unire la dose, che dopo indagini accurate ho scoperto essere del semplicissimo lievito per dolci!!
Riconosco la tua eroica impresa perchè anche mia nonna fa tutto a occhio e tradurre le sue ricette in peso è un'impresa, soprattutto quella per il pesto antico dei cappelletti.
Ottime queste ciambelline, devo proprio provare a farle!
veronica dice
un post fantastico sto ancora ridendo mi sembro io con mia nonna a chiedere ricette ai tempi ihihiihi se impossibile con una super cuoca ma che cucinava a occhio e per un esercito
a volte mi chiedo cosa penserebbe di me e del mio " Blob " un mostro alieno sicuramente
Valentina Profumo di cannella e cioccolato dice
tazze, bicchieri, spanne.. sono un classico delle ricette di famiglia!! ahah da me come ti dicevano già alcune la dose è la bustina di lievito.. "dose" fa molto spaccio di… si spaccio di lievito!! hihi
buone buone queste ciambelline… le voglio fare da tantissimo.. devo ricordarmene e provarle assolutamente!! Comuqnue tua mamma impastare 10 kg di farina e 3 di zucchero… fa ginnastica alle braccia… ci credo che le fate una volta l'anno!!! che fatica!! ahah
haru dice
Ah An, che meraviglia. Sai come ho fatto io a misurare le ricette della nonna? Preparandole con lei! Io pesavo a bilancia e lei a occhio. Io sono molto scrupolosa, quasi maniacale, ma sai che invidia quando la vedo prendere le manciate e giudicare con tanta dimestichezza senza l'aiuto di protesi culinarie? :3 Queste ciambelline hanno quel sentore di tempi andati, quell'irresistibilità delle cose ruvide e semplici, che ha me personalmente fanno cruogiolare. E poi vabè, la dose! Non pensavo che la dose ci potesse unire a questa distanza geografica (sai quando dicono la diversità delle tradizioni regionali?), invece mi sono sentita proprio a casa. Le proverò di sicuro. <3
haru dice
(cosa diavolo è quell'"ha al posto di "a"? D:)
fotogrammidizucchero dice
Ciao Donnina di Marzapane, che bello trovarti qui 🙂 Le donne di una volta avevano sviluppato un'abilità invidiabile e davvero fascinosa agli occhi di noi cuocherelle dalle bilance elettroniche : sapevano misurare con le mani, improvvisare sullo stesso tema 🙂 LA torta di mele di mia madre è sempre diversa, ma è sempre squisita 🙂 Un abbraccio
Beatrice Rossi dice
Ahah che spasso! Combatto anche io con le non dosi delle ricette di casa… alla fine vado ad occhio e peso io per dare gli ingredienti giusti! Queste ciambelline, ma senza anice, le ho mangiate al Lago di Bolsena… sono la mia colazione preferita! Felice giornata!!
Pretty Box dice
Oh mamma che ridere, la "dose"…
Sono curiosissima di assaggiarle, le proverò.
Silvia
MARI Z. dice
Queste devono essere una bontà!
…e racconto divertentissimo… mi pare di veder mia nonna con le sue dosi da "caserma" !!! 😉
La cucina di Esme dice
io semplicemente le adoro sono una di quelle che ne mangia a tutte le ore, le faccio da sempre con la ricetta di mia nonna e sai come me la data? a bicchieri e la farina….come la tua mamma " quanta te ne accoglie!
grazie per questo simpatico post che mi ha fatto tornare con il pensiero nella calda cucina della mia dolcissima nonnina!
baci
Alice
PS io non ce le posso mettere le mie ma tu me le regaleresti per il mio contest, si è mai visto un cestino del pic nic senza? 🙂
Mary dice
Quante risate che mi sono fatta leggendo il tuo post An!!! E' simpaticissimo…vorrei conoscere tua mamma, tua nonna, tua zia, l'altra tua zia…e ovviamente la famosa Iolanda!!! Che belle emozioni…anch'io ho dei bellissimi ricordi delle donne della mia famiglia mentre impastavano, chiacchieravano, litigavano e intanto preparavano dei manicaretti fantastici!! Ci saranno ancora donne così?? Grazie cara per questo bel racconto e per la ricetta delle ciambelline, che io adoro!!! Ti abbraccio forte, Mary
Roberta Oliviero dice
Io le adoro le ciambelline!!!! Le faccio spesso ma ora con gli ingredienti segreti di Iolanda (sanbuca, limone e anice) saranno insuperabili. Che bel racconto Anto…ora aspetto i prossimi!!!!! Ah aspetto anche che vieni a trovarci. Baci
Roberta Oliviero dice
Io adoro le ciambelline al vino. Le faccio spesso ma ora con gli ingredienti segreti della Iolanda (Sambuca, Anice e Limone) saranno insuperabili. Che bel racconto Anto…aspetto i prossimi!!! Aspetto anche che vieni a trovarci. Mi raccomando. Baci
La cucina di Esme dice
grazie ! ricettya inserita 🙂
buon we
Alice
Ho Veg dice
Ma questa storia è bellissima, e la signora Jolanda è il mio nuovo mito; voglio usare la sua scusa per le rotondità tutta la vita. Comunque anche con la mia nonna i grammi e le misure sono cosa impossibile, meravigliose donne che cucinavano a occhio. Ora vado a vedermi la ricetta dello yogurt che è nella mia lista delle cose da provare.
Ciao,Teresa