(English version below)- Basta un profumo e il ricordo si fa vivido: siedo al tavolino alto di legno di quella cucina rustica, con le piastrelle a fiori e le ante bianche. Rubo ancora qualche chicco di uvetta dalla ciotola piena di acqua calda, mentre mia nonna impasta. I profumi di lievito e di scorza di limone si mescolano con quelli della legna che brucia nel camino e io inganno l’attesa colorando con i pastelli spuntati un foglio bianco mentre l’impasto lievita e si arricchisce di sapori, sotto uno strofinaccio candido.
Aspetto l’ora del cenone, aspetto i film di Natale, il momento di scartare i regali, nel frattempo disegno e coloro e mi alzo solo per sbirciare sotto quel panno e controllare che l’impasto delle frittelle stia crescendo, come una magia incomprensibile e misteriosa.
Ancora oggi l’attesa, quella trepidante e bella, ha per me l’odore dolciastro e acidulo del lievito che cresce.
Preparerò le frittelle per il terzo anno di seguito quest’anno, ho deciso che ci saranno ogni Natale, il giorno della vigilia, ho preso questo impegno con me stessa. Per molti anni ho ignorato le tradizioni, poi ho capito quanto fosse importante tornare indietro, senza perdere di vista quella che sono oggi, gettare un filo nel passato per recuperare qualcosa che, trascorsi gli ultimi anni, stava andato perdendosi pian piano, fin quasi a svanire. Quel qualcosa è un pezzetto della mia storia e mi tiene legata alla mia famiglia, al mio luogo di origine.
Avrei voluto postare sul blog le frittelle di famiglia (in Ciociaria si chiamano “crespelle”, ma noi le chiamiamo semplicemente così), quelle di Natale, ma quella è una preparazione dell’ultimo minuto e un pezzo talmente tanto personale di noi, che alla fine ho desistito e credo che aspetterò ancora un po’ prima di condividerla, perché certe ricette sono magiche proprio perché segrete, da custodire gelosamente tra le mura di casa.
Accanto alle vecchie tradizioni che si cerca di tenere in vita, c’è la voglia di crearne delle altre, perché le tradizioni sono un modo per intrecciare, nelle maglie larghe del tempo, persone e ricordi, sono un piacere, certo, ma assolvendo a questo importante incarico, sono anche un piccolo impegno, un dovere, da dover rispettare anche quando si ha poco tempo, poca voglia e troppi impegni.
Per questo per il terzo anno di seguito preparerò anche i tortellini di carne per il giorno di Natale e lo farò con mia madre e mia nipote, chiacchierando e sicuramente perdendo un po’ di tempo, perché a noi piace così, tortellini che andranno ad accompagnare il brodo di pollo che mia madre prepara ogni anno da sempre per il 25 dicembre. Chissà che un giorno anche questa dei tortelli divenga una tradizione della nostra famiglia…per ora mi piace pensare che sarà così…
Nonostante i molti impegni lavorativi, nei momenti liberi sto iniziando a preparare qualche dolcetto per i giorni festivi, da mangiare a colazione o dopo pasto, perché il Natale per me è innanzitutto il profumo di qualcosa di buono, come quello del miele mescolato all’arancia di questo dolce che si spande per la casa, ma è soprattutto un gesto di amore verso chi ci circonda, un modo per sussurrare “ti voglio bene” senza per forza dirlo con le parole.
E con questo dolce, visto che non sono brava con le parole, vi lascio i miei auguri, spero trascorriate giorni spensierati e pieni di dolci che vogliono dire “ti voglio bene”.
Ciambella all’arancia e cioccolato
350 g di farina 00
20 g di cacao amaro
2 uova
150 g di zucchero
90 g di miele
60 g di marmellata di arance
80 ml di olio di semi di mais (o di riso)
120 ml latte
1 arancia bio, la scorza
1 bustina di lievito per dolci
Per la glassa:
100 g di cioccolato fondente extra
40 g di zucchero a velo
70 g di acqua
10 g di rum
Accedi il forno a 180°. Sbatti le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto gonfio e spumoso. Aggiungi a filo l’olio, continuando a montare con una frusta, incorpora quindi il miele, il latte, la marmellata e la scorza di arancia, sempre mescolando. Unisci ora, poco per volta, continuando a mescolare, la farina e il cacao setacciati, poi il lievito, mescola fino a ottenere un composto omogeneo. Versa in uno stampo per ciambella imburrato e infarinato, inforna per circa 35-40 minuti, fai la prova dello stecchino prima di estrarre il dolce dal forno. Lascialo intiepidire prima di estrarlo sformarlo.
Nel frattempo prepara la glassa: trita finemente il cioccolato, scalda in un pentolino l’acqua, lo zucchero a velo e mescola accuratamente. Togli dal fuoco, unisci il rum e il cioccolato, mescolando accuratamente per scioglierlo. Lascia intiepidire la glassa prima di colarla sulla ciambella.
Io l’ho servita con dei corbezzoli.
Chocolate orange bundt cake
350 g all-purpose flour
20 g cocoa
2 eggs
150 g sugar
90 g honey
60 g orange jam
120 ml milk
80 g corn seed oil
the zest of 1 organic orange
16 g baking powder
For chocolate glaze:
100 g chocolate, finely chopped
40 g icing sugar
70 g water
10 g dark rum
Preheat oven to 180°, grease and flour a bundt cake pan. In a large bowl beat eggs with sugar until light and smooth. Gradually add the oil, beating on high, then add honey, jam and orange zest, mix until well combined. Gradually add the sifted flour, cocoa and baking powder, about two tablespoons at a time, while beating, until the batter is completely combined. Pour the mixture in the prepared bundt pan, bake for about 35-40 minutes, or until a toothpick inserted into the cake comes out clean with just a couple lightly moist crumbs.Once done, remove from the oven and allow to cool for 10-15 minutes inside the pan. Then, invert the bundt cake into a serving dish. Allow cake to cool completely,
Now make the chocolate glaze: combine the water and the sugar in a saucepan over low heat. Remove from heat, add rum and chopped chocolate, stirring until smooth. Let cool for a few minutes. Drizzle the chocolate glaze over cake.
Merry Christmas!
Antonella
Francesca dice
In queste parole, ho “ritrovato” l’Antonella di anni fa, di quando scriveva, scriveva e così bene… aprendosi, vincendo la sua timidezza, giocando con le parole e non solo con i ricordi… forse non è un caso che questo ri-succeda alla fine di un anno, quando inevitabilmente si riavvolge il nastro e i Natali del passato tornano vivi, con quei riti e quei momenti che la nostra memoria conserva, protegge e non dimentica mai…
Io non sono una da toni enfatici e da aggettivi “grandiosi”, lo sai, mi hai conosciuta e quella sono (e resto)… ci tenevo a lasciarti questo segno, perchè ho sentito l’autenticità di quel racconto familiare e ho immaginato davvero te, tua sorella e tua nipote, avendovi visto, tutte concentrate a fare tortellini… ecco, se quest’anno ho reso omaggio a mia nonna con gli struffoli, dopo ben 39 anni, forse un giorno ce la farò anch’io coi tortellini… 🙂
Buone Feste, a voce bassa e intima, come è la voce dell’ultima foto che trovo bellissima…
Maggie Gibbs dice
I absolutely love your magazine. Looking forward to the next issue xx
fotogrammidizucchero dice
I’m so happy to hear it, thank you very much dear Maggie! 🙂
Franca Savà dice
Bella ricetta! Posso invitarti a partecipare al contest The Mistery Basket? Se ti va vieni a dare una sbirciatina al regolamento: ti aspetto! Ciao da Franca di Cannella e Gelsomino
https://cannellaegelsomino.blogspot.it/2018/01/the-mistery-basket-gennaio-febbraio-2018.html
Ilaria (Campi di fragole per sempre) dice
Adoro queste foto, sono stupende e cariche di poesia, hanno una luce ed un calore eccezionale…meravigliosa la ricetta ed è bello leggere di te…un bacio amica mia ♥