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Primo film in inglese del grande regista cinese Wong Kar Wai, che l’ha definito come “la storia di una donna che prende la strada più lunga per incontrare l’uomo dei suoi sogni”, “My blueberry nights”, che vede come protagonisti Jude Law e la cantante americana Norah Jones al suo debutto sul grande schermo, è un road movie romantico e delicato che ci mostra il viaggio di 300 giorni di una donna attraverso gli Stati Uniti. Elisabeth, lasciata dal suo compagno, cerca di trovare spiegazioni alla fine del suo rapporto, ma anche conforto, nel caffè gestito a Manhattan da Jeremy, un ragazzo di origine inglese. I due trascorrono alcune notti a chiacchierare e ad affogare i pensieri in gigantesche porzioni di torte di mirtilli. Entrambi conoscono la desolazione dell’abbandono e sembrano subito entrare in sintonia. Jeremy comincia ad innamorarsi di lei, anche se Elisabeth, distratta dai suoi problemi , non se ne accorge e anzi, decide di partire per fuggire dalla vecchia se stessa e dai suoi pensieri per intraprendere un viaggio attraverso gli States: da New York a Memphis, in Tennessee, e poi Arizona, Nevada e di nuovo New York. Nelle sue varie tappe si guadagna da vivere facendo la cameriera e racconta tutto quello che le succede in dettagliate cartoline che invia a Jeremy. Lungo la strada Elisabeth incontra gli altri, anime perse che in un modo o in una altro sono persone ferite da un amore, dall’abbandono: dal poliziotto alcolizzato (David Strathairn) lasciato dalla sua affascinante moglie (incarnata perfettamente da una Rachel Weisz presentata da un languido rallenty) alla giocatrice d’azzardo (Natalie Portman) che sceglie di allontanare suo padre.
Quello di Wong Kar Wai sembra essere lo sguardo di un turista, che fa un ritratto degli States fatto di insegne al neon, autostrade aperte, bar fumosi , jukeboxe illuminati, automobili sportive, un omaggio alla cultura pop statunitense. Se la sua è un’America irrealistica è perché Wong Kar Wai non è interessato alla verosimiglianza, ma al creare atmosfere, materializzare gli stati d’animo dei suoi personaggi, a creare geografie emotive. Bello da vedere e sfacciatamente romantico, quello di “My blueberry nights” è però un romanticismo soprattutto stilistico, creato con rallenty, inquadrature sghembe, carrellate laterali e movimenti della macchina da presa che si sposta spesso a catturare i personaggi attraverso oggetti in primo piano e soprattutto attraverso vetrate di locali fumosi decorate da vistose scritte; un ‘romanticismo stilistico’ realizzato con la focalizzazione piatta (shallow focus), insistenti fuori fuoco, che scolpiscono i volti dei personaggi e li separano dallo sfondo come fossero sculture, una fotografia dai colori saturi (soprattutto il blu, ma anche il rosso, l’arancione , il marrone e il giallo), sgargianti luci al neon, il bagliore di oggetti dai colori caldi che risaltano nelle inquadrature, l’uso insistito dello step printing , capace di dare un ritmo sincopato. La colonna sonora (musiche originali di Ry Cooder, canzoni cantate da Cassandra Wilson, Norah Jones e Cat Power), come nei precedenti film, è una presenza importante sul set e le viene affidato un ruolo importante: stabilisce l’umore del film, il suo ritmo, crea atmosfere. In questa ‘trasferta americana’ tornano aspetti grafici e stilistici quindi, ma anche tematiche care al regista nei suoi film ambientati ad Hong Kong. Sebbene manchi la struggente profondità emotiva di capolavori indiscussi come “In the mood for love” e “2046”, ritroviamo la sofferenza amorosa, la caducità della vità, il problema della memoria , la sensualità delle immagini, la malinconia della musica, come se Wong Kar Wai volesse sperimentare come certi temi possano essere tradotti in una cultura e in un paesaggio diversi.
Il film ha una struttura marcatamente ciclica e sembra terminare laddove era iniziato. Sul finale il primo piano del volto di Elisabeth, le sue labbra sporche di gelato e poi il bacio, rimandano all’immagine che vediamo in apertura, quando si addormenta al bar la prima notte. La prima volta che assistiamo a questa immagine il viso di Elisabeth, che ha le labbra sporche di gelato, si scurisce quando Jeremy, chinandosi, copre la luce e getta un ombra sulla sua faccia, la telecamera scatta ad inquadrare le labbra della ragazza che ora ci appaiono misteriosamente pulite e noi non possiamo far altro che restare con un dubbio. Otterremo una risposta solo nel finale, quando lei tornerà e mangierà ancora la torta di mirtilli e vedremo ancora una volta il dettaglio sulla torta che si fonde con il gelato, che ora acquisirà un significato simbolico e sensuale molto più eplicito.
Se nel precedente “2046” il regista cinese rifletteva sul tempo, qui la riflessione verte sul tema della distanza. Lo sguardo di Wong Kar Wai cade sui luoghi pubblici, caffè, bar, tavole calde, casinò, spaccati in cui si concentra la solitudine delle persone e quell’isolamento urbano disperato (visto anche in “Hong Kong express”, “Angeli caduti” e “Happy together”) che annega i pensieri nell’alcol, nel rumore, nella confusione accecante delle luci notturne. Ci sarà solo un bacio, perché “My blueberry nights” è un film sul disamore, sulla distanza tra le persone e non sui rapporti. Luoghi della distanza quindi, scandita dalle stesse tappe del viaggio della “ragazza col cuore spezzato”, in cui si mostrano i chilometri che la dividono da New York, dove tornerà solo alla fine, e dove, sotto il cartello “for rent” appeso alla finestra di quello che era stato l’appartamento del suo ex compagno, riuscirà finalmente a sorridere e ad andare al caffè di Jeremy pronta a ricevere “un bacio romantico” (quello del come sempre poco originale titolo italiano ) al sapore di torta di mirtilli, un bacio che finalmente azzererà quella distanza e si trasformerà in una opportunità di cambiamento.
La Blueberry pie ha ovviamente in questo film un ruolo determinante: Jeremy spiega a Elisabeth come spesso l’amore vada via senza che si possano avere spiegazioni soddisfacenti, senza una vera ragione, come succede per la torta di mirtilli: non ha nulla che non vada, eppure alla fine della serata nessuno l’ha presa, nessuno l’ha voluta. E’ per questo che Elisabeth diventerà la “ragazza della torta di mirtilly” e sceglierà di mangiarla in ogni sua nottata insonne passata in quel caffè notturno insieme a Jeremy, ed è per questo che io ho scelto di prepararla.
Ponete la farina di farro in una ciotola e aggiungetevi lo zucchero semolato, il cacao ed il burro al centro e iniziate ad amalgamare gli ingredienti con le mani. Aggiungete ora i due tuorli e impastate velocemente con la punta delle dita fino ad ottenere un impasto liscio e compatto, che porrete in frigorifero, coperto da pellicola, per almeno 30 minuti. Mettete ora la ricotta in una ciotola e sbattetela in modo da renderla liscia , aggiungetevi l’uovo, 70 g di zucchero a velo, la scorza del limone grattuggiata e sbattete in modo da formare una crema liscia, alla quale aggiungerete l’amido di mais, sempre continuando a montare. Ponete i mirtilli in un colino capiente e cospargeteli del restante zucchero a velo, facendo scolare il liquido in eccesso. Passato il tempo previsto, prendete l’impasto e dividetelo in due metà che stenderete con un matterello. Rivestite uno stampo imburrato di circa 23 cm con una delle due metà, facendo anche i bordi di circa due centimetri. Spalmate ora qualche cucchiaio di marmellata di mirtilli , versate la crema di ricotta e sopra aggiungete i mirtilli. Rivestite con l’altro cerchio di impasto e ponete in forno a 180° per circa 40 minuti.
Lasciate freddare e mettete in frigorifero per almeno un’ora prima di servire.
Any dice
Ma tu sei troppo brava!
Le tue ricette sono spiegate nei minimi dettagli, passo per passo nel vero senso della parola. E poi sono presentate in un modo molto originale. Complimenti!
Mi unisco anch'io con tanto piacere ai tuoi lettori fissi.
Silvana Amato dice
Ciao, ricambio con piacere la tua visita e mi unisco ai tuoi followers!!!!!!!!!!!!
Sissi
loredana dattolo dice
BELLISSIMO IL TUO BLOG…COMPLIMENTI DAVVERO UN IDEA SPLENDIDA…CIAO
Giorgia Marinelli dice
Lasciatelo dire… sei un genio! Se ti va passa da me c'è un premio per te 🙂
Daniela Tornato dice
Ciao!! eccomi qui ricambio volentieri la visita il tuo blog è bellissimo hai avuto una grande idea io adoro il cinema ti seguo con piacere!!
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Daniela
In the mood for pies dice
Ciao, ti ho appena scoperta ed è stata una bella scoperta. Mi piace molto il tuo blog e mi sono già aggiunta ai tuoi follower. Ciao, Anna
ileana conti dice
Ciao, grazie per essere passata da me.
Ricambio molto volentieri. Il tuo Blog è molto interessante!
Ileana, cucinapergioco
Laura Maffe dice
Ciao, sono arrivata qui grazie all'iniziativa di kreattiva "Fatti conoscere" e devo dire che il tuo blog è davvero originale, complimenti! Mi aggiungo volentieri ai tuoi lettori 🙂
Ti auguro buona serata, Laura
Letizia in Cucina dice
Che spettacolo!!! Complimenti!
Sara e Alessandra dice
Grazie per la ricetta, da un po' cercavo un dolce con farina di farro ma fin ora nessuno mi attirava…questo si! molto buona.
Ci siamo unite volentieri al tuo blog! a presto!!
La mia famiglia ai fornelli dice
blog molto interessante, grazie per essere passata da me. mi sono unita ai tuoi follower qualche giorno fa ma sono passata di corsa e non ho avuto tempo di commentare comunque ricambio con molto piacere!
Linda
Silvia Piccone dice
Da provare immediatamente questa ricetta! Grande film 😉
Rosanna @ CoseCraftose dice
Che bella idea presentare una ricetta in questo modo! La foto con tutti gli ingredienti e le dosi è una svolta, non avevo ancora visto niente di simile 🙂
E quella torta dice "mangiami mangiami"… non ho mai assaggiato i mirtilli, sono buoni?
Marica Giubila dice
Devo provarla assolutamente!!!!!
a presto
Gianluca Zanzottera dice
Il film non l'ho visto… la ricetta è decisamente da acquolina in bocca!
Pe dice
Scrivi benissimo!!! Leggendo questo post mi sono immaginata dentro il film a mangiare torte di mirtilli
fotogrammidizucchero dice
Grazie 🙂
Una Fetta Di Paradiso dice
Ciao ricetta inserita grazie!
Francesca P. dice
Io vado pazza per Jude… ah, sospiro!
Mi piace il tuo blog che unisce film e cibo, sono una giornalista di cinema e quindi… 😉
fotogrammidizucchero dice
Francesca P grazie, onorata che ti piaccia! 🙂 Davvero?? Anche io vado pazza per Jude, lo sai? ah, sospiro!
Eric dice
Anche io vado pazza per Jude?